Sfida a Berté. Le indagini del commissario Berté
- Autore: Emilio Martini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2022
Il vicequestore Gigi Berté e le sorelle Martignoni sono giunti alla quattordicesima tappa del loro viaggio insieme nella narrativa poliziesca, avviato nel 2012 col primo titolo La regina del catrame della serie pubblicata da Corbaccio, che le milanesi Elena e Michela firmano con l’alias Emilio Martini. Dieci anni dopo, i noir sono quattordici: la novità è Sfida a Berté. Le indagini del commissario Berté (collana Grandi Romanzi Corbaccio, luglio 2022, 240 pagine).
Elena e Michela Martignoni sono due sorelle scrittrici milanesi. Frequentano da anni la Liguria e conoscono bene il commissario dei loro thriller, ispirandosi a un autentico dirigente della Polizia di Stato, ora in pensione, un gigante burbero ma buono, con i lunghi capelli brizzolati raccolti a coda. Oltre ai numerosi titoli del vicequestore in servizio sulla costa ligure (il collega e amico Sergio Alan Altieri le ha chiamate simpaticamente “le sorelle Mannaja”), hanno firmato ottimi romanzi storici, tra i quali i cinque bestseller della saga dei Borgia.
Gigi Berté: l’hanno voluto metà nordico (la mamma) e metà meridionale (il papà calabrese); nostalgico di Milano, ma radicato in Liguria; serio e anche faceto; molto autoironico, tanto da configgere con la sua sensibilità, che chiama Coscienza Bastarda, in brevi scambi di pareri riservati. Mezza età, capigliatura brizzolata, taglia fin troppo large, pensiero sottile, intelligenza spessa, puntualità lombarda, gelosia calabra. Non fuma più, ma mangia molto. Non sopporta i locali affollati e lo shopping. Ha uno stile classico (secondo la compagna Marzia), antiquato (secondo l’ex fidanzata Patty). Nel passato, c’è qualcosa che gli è costato il trasferimento da Milano a Lungariva, paesino ligure tanto pieno d’estate quanto vuoto d’inverno. Primo alloggio nella pensione Aurora, gestita da Marzia, bella donna taglia forte che non dovrebbe collimare con l’immaginario erotico del commissario, però l’amore è cieco... Nessuno sa che il nostro ama scrivere racconti gialli e surreali.
Nel nuovo episodio, una sinistra lettera anonima scuote il tran tran del luglio ligure di Gigi e Marzia. Non è stata inviata, qualcuno l’ha lasciata di persona nella cassetta della pensione Aurora. Una busta commerciale, indirizzata in un modo che può sembrare innocente, al più spiritoso: “Marzia Penza, La posta del cuore”, ma un contenuto che lascia poco spazio allo humour.
“Ucciderò, lo dovevo fare da anni e alla fine lo farò e non sarà finita, non ancora. Ucciderò di nuovo. Marzia, hai una parola buona anche per me?”
Effettivamente, la compagna del commissario di Lungariva firma un blog in rete, anche se nel web non figura con il cognome. Berté non può fare a meno di pensare a quella rubrica con disprezzo, solo a nominarla si sente invischiato nella melassa dei sentimenti.
Chi può sapere nella loro cittadina ch’è lei la Marzia del blog? Assicura di tenere alla privacy, di non averlo rivelato a nessuno e di non essere mai stata contattata al di fuori del blog. Non è una psicologa, una giornalista o una scrittrice famosa, si considera soltanto una donna di buon senso.
C’è lavoro per la Polizia. In Commissariato, Berté scambia due opinioni con il sovrintendente Pasquale Parodi, uno dei collaboratori più stretti. Ne hanno lette tante di quelle idiozie e continuano a esserne irritati ogni volta. Questa è scritta in modo asciutto, chi l’ha composta si esprime bene. Non è una scrittura elementare e nemmeno ha ritagliato le lettere dai giornali, il che denoterebbe una certa ingenuità.
Sta di fatto che al momento non ci sono segnalazioni di nessun tipo. Ma non è così, perché sopraggiunge un agente ad annunciare
“Dottor Berté, un omicidio”.
La vittima è un certo Pietro Wilson, gli hanno sparato alla testa, il cadavere è stato trovato con la testa spappolata in prossimità del cancello della villa, al polso un Rolex e braccialetti di valore.
Meglio non ripetere le espressioni del vicequestore mentre viene accompagnato verso il luogo del delitto nell’auto di servizio. La lettera preannunciava un morto e ora è morto c’è, ammesso che le due situazioni siano collegate e non si tratti di un’incredibile coincidenza. Non solo un altro omicidio allunga la lista (da quando c’è lui a Lungariva si muore ch’è una bellezza, un po’ come succede nella Gubbio e ora Spoleto di Don Matteo), ma quello che infastidisce Gigi è il coinvolgimento di Marzia.
Lei ha una strana reazione alla notizia. Aveva sperato che la lettera fosse soltanto uno scherzo idiota. In effetti conosce la vittima, un cardiochirurgo di Milano che aveva visitato il suo ex marito, quando sembrava dovesse mettere un pacemaker.
Un altro morto? Irripetibile anche la reazione della PM Irene Graffiani. Per non dire che un delitto nel Tigullio, in piena stagione post-pandemia, non è il massimo della pubblicità per Lungariva.
Anche in Procura, a Chiavari, sanno della lettera ricevuta da Marzia e che Berté aveva chiesto di analizzare. Sicché, c’è da elaborare una strategia, perché il messaggio assicurava “ucciderò di nuovo”. E così risulterà... altre due vittime.
In appendice al romanzo, la chicca di un racconto di quelli che Gigi si diletta a scrivere di nascosto: Il rikarikatore.
Sfida a Bertè. Le indagini del commissario Berté
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