Tre atti e due tempi
- Autore: Giorgio Faletti
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2011
“Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve”
“Tre atti e due tempi” è il sesto libro di Giorgio Faletti, consacrato autore preso in prestito dal cinema e, in parte, anche dalla musica. Dopo i cinque bestseller, pubblicati per Dalai Editore, questo romanzo è il primo pubblicato con Einaudi. "Tre atti e due tempi" si è rivelato per me il miglior libro di Faletti: il più curato, il meno presuntuoso, il più vero.
Tutto ha inizio in una domenica italiana come tante, in una domenica calcistica quando, mentre i tifosi scaldano la loro passione prima del fischio di inizio della partita, l’allenatore di una delle due squadre in campo scompare.
Tre atti, come quelli di un’opera teatrale, due tempi come quelli di una partita di calcio e un protagonista, Silver, un antieroe straordinario in un tempo in cui di eroi a breve termine ce ne sono troppi. Un personaggio a cui voler bene, nato da una penna da cui non lo si aspetta.
“Tre atti e due tempi” è un romanzo di vita sfacciatamente contemporaneo, che unisce temi di questo tempo che stiamo attraversando totalmente diversi tra loro, eppure legati dal sentimento comune della precarietà e dell’ingiusto. E quindi si parla del calcio corrotto come la società, dell’amore, del conflitto, di un futuro che sembra essere sempre un po’ troppo lontano.
Un Faletti sorprendente nella scrittura e nella costruzione di un libro che, per la prima volta, non sembra voler forzatamente mirare troppo in alto e per questo colpisce dritto al punto.
Giorgio Faletti racconta il Suo libro in un’intervista per Bol.it e indica l’attore ideale per interpretare Silver...
Tre atti e due tempi
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Dopo lo splendido ultimo “Appunti di un venditore di donne”, in cui Faletti abbandona lo stereotipato filone dell’americaneggiante “serial killer story” di qualità per passare al giallo “metropolitaliano”, ecco arrivare senza troppi annunci e clamore un altro romanzo del “secondo Faletti scrittore”.
Silvano Masoero, detto “Silver” dagli amici, ma anche dai nemici, è un’ ex promessa del pugilato, finito in carcere dopo aver truccato un incontro, come nella migliore tradizione di questa eroica ed esaltante quanto tragica disciplina sportiva. L’antieroe “Silver”, uscito di prigione, si è rifatto una vita come capo magazziniere della squadra di calcio della sua cittadina di provincia, che gioca il campionato italiano di serie B. E’ vedovo da quattro anni e da poco tempo può frequentare di nuovo suo figlio che, dopo aver militato in altre squadre, ora è diventato l’idolo della società per la quale “Silver” Silvano lavora ormai da trentatré anni. Il suo interesse principale è far bene il suo lavoro, cioè l’attenzione alla cura dello spogliatoio e di quello che gli ruota intorno, il tutto fatto con la serietà estrema di chi è consapevole di aver buttato la propria vita per una stupida sfida persa col destino. Oltre a questo il protagonista della storia predilige mangiare da solo sempre nella stessa trattoria vicino allo stadio, dove quasi sempre lo serve Rosa, anche lei sola e con la quale intrattiene una frequentazione che lui tiene forzatamente ferma allo stato di semplice amicizia e compagnia. Un giorno, prima della partita che dovrebbe sancire il passaggio in serie A della squadra in cui Masoero è ormai una figura storica e di grande affidabilità, egli scopre qualcosa che non avrebbe mai voluto sapere e che lo riporta ad un passato lontano, ma mai dimenticato. Da eroe-antieroe qual è, cercherà di salvare il salvabile (e la posta in gioco è alta non solo a livello calcistico), in un susseguirsi di eventi e scoperte poco piacevoli, che scorrono in toni da giallo di provincia (ma neanche poi tanto), appassionando il lettore che segue ogni momento ed ogni azione della “partita” personale di Silver con il coinvolgimento che solo i grandi scrittori sanno creare.