Una questione privata
- Autore: Beppe Fenoglio
- Categoria: Narrativa Italiana
Una bellissima storia d’amore e di amicizia durante la guerra scritto da uno dei più bravi e sottovalutati romanzieri italiani: Beppe Fenoglio.
La trama è presto detta. Milton, uno studente innamorato della letteratura inglese e americana che si è arruolato nelle brigate dei partigiani badogliani nelle Langhe nell’autunno del 1944. Rivede la villa dove due anni prima ha vissuto la sua storia con una ragazza torinese di buona famiglia che era lì come sfollata, Fulvia: una storia d’amore unilaterale, fatta di prestiti di libri e di dischi, di traduzioni di poesie e di racconti, di scrittura di lunghe lettere d’amore da parte di Milton.
"Milton era un brutto: alto, scarno, curvo di spalle. Aveva la pelle spessa e pallidissima, ma capace di infoscarsi al minimo cambiamento di luce o di umore. A ventidue anni aveva già ai lati della bocca due forti pieghe amare, e la fronte profondamente incisa per l’abitudine di stare quasi sempre aggrottato. I capelli erano castani, ma mesi di pioggia e di polvere li avevano ridotti alla più vile gradazione del biondo. Alla’attivo aveva solamente gli occhi tristi e ironici, duri e ansiosi".
(Che italiano, che profondità in pochi schizzi, Fenoglio è ingiustamente sottovalutato).
Anche Fulvia è descritta benissimo: ama le lettere di Milton ma è sfuggente, si dice che l’estate di quell’anno avesse avuta una liaison erotica con Giorgio, il migliore amico del ragazzo brutto.
Milton è ormai ossessionato dalla storia tra Giorgio e Fulvia, trascura le lotte partigiane, la Resistenza.
Cerca di arrivare da Giorgio nel presidio partigiano dove anche lui sta combattendo; poi, venuto a sapere che Giorgio è stato catturato dai Tedeschi, cerca un prigioniero per ottenere uno scambio e riesce a catturare a questo scopo un ufficiale tedesco, ma è costretto a ucciderlo. Infine cerca di tornare alla villa per chiedere alla vecchia custode di chiarire le sue affermazioni, ma a questo punto il romanzo precipita verso un finale tragico...
“Una questione privata” è un bellissimo libro, dalla scrittura limpida e scarna, di un autore ingiustamente poco letto e dimenticato.
Una questione privata
Amazon.it: 11,40 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una questione privata
Lascia il tuo commento
“Una questione privata” di Beppe Fenoglio
La storia si svolge nell’arco di quattro giorni del novembre 1944, vicino ad Alba, nelle Langhe. Il protagonista è il giovane partigiano Milton che milita nei badogliani, una delle tante cellule della Resistenza. Durante una perlustrazione, Milton rivede la villa in cui abitava Fulvia, una ragazza di buona famiglia sfollata da Torino, di cui si era innamorato. Il ragazzo si avvicina alla villa sperando in cuor suo di ritrovare Fulvia e pensa: “se ci sei, vedrai che nonostante tutto quello che ho fatto, ho ucciso a caldo, ho ucciso a freddo, nonostante tutto quello che mi è successo, io sono rimasto lo stesso di allora…” Ritrovare Fulvia, per Milton sarebbe una vittoria personale, una possibilità di riscatto sulle atrocità vissute…Nella villa c’è solo la custode (la ragazza è tornata a Torino perché durante la Resistenza, si era più sicuri in città che in campagna) che esitando, lo mette al corrente di una verità per lui sconvolgente. Durante la sua assenza, Fulvia si è innamorata di Giorgio Clerici, il miglior amico di Milton. Il protagonista è disorientato, sconvolto. Aveva sperato in cuor suo che Fulvia lo avrebbe aspettato, invece la realtà appare priva di senso, le sue certezze vengono meno, quasi impazzisce e la frase che gli sale alla mente è: “non me ne importa niente della guerra, degli ideali, mi interessa solo la verità”. Per risolvere la sua “questione privata” è disposto a sacrificare tutto, anche l’impegno nella lotta partigiana. Solo dopo che la sua ossessione avrà trovato pace, potrà tornare ad occuparsi della causa comune, della lotta per la libertà. Vuole sapere la verità e la vuole conoscere da Giorgio. Quindi lascia la sua guarnigione, per andare in cerca dell’amico che però è stato catturato dai fascisti. L’unica possibilità che gli resta per interrogarlo, è uno scambio di prigionieri. Ma nessun gruppo di partigiani ha prigionieri fascisti da scambiare con Giorgio. Sempre più ossessionato ed alterato Milton cattura un sergente della divisione San Marco, ma il prigioniero tenta la fuga e il protagonista è costretto ad ucciderlo. Non potrà liberare Giorgio. Non potrà sapere la verità. Disperato torna verso la villa di Fulvia, per poter parlare ancora con la custode ma si accorge di essere circondato dai fascisti e allora inizia a correre sempre più forte … poi entrato in un bosco, crolla a terra.
Giuseppe (detto Beppe) Fenoglio è stato uno scrittore schivo, non interessato al successo ma con la forte necessità di descrivere il periodo della Resistenza, riportando la sua esperienza di Partigiano. Il suo modo di raccontare ci pone di fronte alle scelte dei partigiani, non nascondendo i lati meno “onorevoli” di questa esperienza di guerra… considerando il periodo anche sotto l’aspetto di guerra civile. In questo libro il linguaggio è semplice, diretto, scarno, così immediato da risultare a volte tagliente. Emerge uno spaccato reale, senza nessun abbellimento letterario, in cui la lotta partigiana rivela tutta la sua drammaticità, con un racconto schietto, intriso di tragica malinconia. I giovani di allora sia studenti che ragazzi di campagna, persero la loro giovinezza, l’incoscienza e la loro spensieratezza ed anche alla fine della guerra la loro vita fu condizionata, perché la guerra distrugge e ti distrugge, ti porta al tuo punto estremo, ti mette la morte vicina, devi uccidere e quindi niente sarà più come prima. Fenoglio descrive la Resistenza nella sua quotidianità, che è comunque una quotidianità estremizzata, alterata, dove esseri umani semplici, tipo un contadino e una madre di famiglia, trovano normale esprimersi mostrando “naturalmente” tutta la loro brutalità. Il contadino incontrando il partigiano dice:“li devi ammazzare tutti questi fascisti, ma non solo il tenente, tutti …quelli che gli fanno da mangiare, quelli che gli tagliano i capelli… tutti...”. Cosi la madre: “tu stai cercando un fascista da scambiare con il tuo amico partigiano? bene te lo diamo noi un fascista… è quello che va a trovare la sartina del paese...... che mi sta veramente antipatica, perché ha creato tutta una situazione complicata tra mia figlia e mio genero......quindi quella la devi punire…”. Qualsiasi estremizzazione, può cambiare la visione delle cose …. Gli estremismi brutali, abbrutiscono l’uomo, ecco perché l’umanità ha bisogno sempre più di valori saldi, positivi, a cui l’essere umano possa fare riferimento. Volendo dare uno sguardo filosofico, Milton incarna “l’uomo moderno” smarrito, alla continua ricerca del senso della vita, in un mondo che genera angoscia poiché privo di “valori di verità” e razionalità. La ricerca dell’essere umano “del perché” della sua esistenza, è una ricerca solitaria che lo allontana dagli altri, lo allontana dagli ideali comuni, perché ognuno ha “la sua verità”. Fulvia invece, rappresenta la “speranza” di riscatto che non dovrebbe mai essere disattesa, perché l’essere umano nella sua ricerca di verità ha necessità di trovare valori “alti” che lo rimettano in pace con sè stesso e lo rendano capace di condividerli con gli altri uomini ( vedi la libertà). Da questo libro i fratelli Taviani hanno preso spunto per un film uscito nelle sale nel 2017.