Vola Golondrina di Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli

Torna in libreria l’accoppiata vincente, formata da Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli, in un libro che racconta una storia bellissima, intitolata Vola Golondrina, pubblicata da Giunti editore.
È un romanzo che:

Esplora scenari temporali lontani, accomunati da un filo rosso di sangue e nero di ombre. Un viaggio nella memoria collettiva per dare un senso a ciò che molti preferirebbero dimenticare.

Il giallo si svolge in epoche temporali distanti tra loro: nel 1948 a Montefosco, piccolo paese dell’aspro Appennino tosco-emiliano; nel 1936 in Spagna all’alba della guerra civile; e nel 1972 in una Bologna che vede, inaspettatamente, vincere il Movimento Sociale, che diventa il terzo partito più votato, dopo la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano.
La prima vittima con cui si apre il romanzo viene ritrovata all’interno di una vecchia cascina abbandonata, scoperta da una nonna e dalla nipotina, giunte lì per una raccolta di funghi:

La casa era abbandonata da molti anni (…) il telo copriva solo dalla cintola in giù e lo guardò per pochi secondi. La parte sinistra del viso era appoggiata al pavimento in una chiazza scura di sangue, ormai completamente assorbito dalla terra della stalla. Anche sotto e attorno al corpo si era allargata una chiazza scura dove stavano ancora il cestino e i funghi che, quella sera, nessuno avrebbe mangiato.

A chi appartiene quel corpo? Chi è l’uomo giustiziato?
Il secondo cadavere è una illustre personalità a Bologna nel 1972. È il politico dell’MSI Ardito Richeldi, un individuo dal fosco passato:

Il cadavere era seduto alla scrivania, nel suo studio al primo piano, che è stato ucciso con due colpi di pistola al petto e che era caduto in avanti, col viso sul piano della scrivania.

Perché è stato ucciso? A scoprire nuove, eclatanti, verità viene inviata la giornalista Penelope Rocchi, detta Lope, che in quel piccolo paesino è nata e vi ha vissuto. Riuscirà a individuare il colpevole?
E Golondrina chi è?

Golondrina, in italiano “rondinella”.

Nella Spagna del 1936, in preda alla guerra civile, Golondrina è il nome di battaglia di una donna deliziosamente bella, di nome Ignacia Esteban. Ma questa è un’altra storia, e soprattutto:

Non ti scordare golondrina che ti aspetto con ansia ho nel fianco una spina che non torni alla tua casa. Da quando il nido ha lasciato ho nel fianco una spina ma ti prego torna presto vagabonda rondanina.
Vola vola pellegrina che in affanno sul ghiaccio con il cuore, rondanina, giù per terra ora giaccio. Nei capelli ho un intreccio come rosa tutta una spina. È il tuo amore che ricerco capricciosa rondanina. Camminiamo su ogni mina e ci colpiscono i proiettili stai attenta golondrina che non ti taglino le ali.

L’accoppiata di autori si rivela essere una scelta vincente per l’elaborazione di una storia che si dipana in un arco temporale piuttosto lungo e lontano dall’oggi, ma di grande fascino nella sua unità.
La prosa è attenta, precisa e fluida; i personaggi raccontano vicende che non possono che affascinare.
Così si compie un romanzo che:

Tra la Barcellona insanguinata dalla guerra civile e l’Italia degli anni Settanta in cui le ombre nere tornano a serpeggiare, gli autori danno vita a personaggi vividi, indimenticabili e ci regalano un grande romano sugli ideali per cui vale la pena di dare la vita, sulla storia che ritorna su se stessa e sull’amore che resiste.

Una lettura notevole, di alta tensione narrativa. Vivissimi complimenti, molto meritati.