Canti di Giacomo Leopardi letti da Fabrizio Falco
- Autore: Giacomo Leopardi
- Genere: Audiolibri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
“D’in su la vetta della torre antica, Passero solitario, alla campagna cantando vai finché non more il giorno; Ed erra l’armonia per questa valle”.
I versi immortali di Giacomo Leopardi (Recanati, 29.06.1798 – Napoli, 14.06.1837), sommo poeta italiano e una delle più importanti figure della letteratura di tutti i tempi, tornano a noi interpretati dalla bella voce di un giovane e talentuoso attore, Fabrizio Falco.
Scritti tra il 1818 e il 1836, i Canti raccolgono la produzione poetica del conte di Recanati che riflettono i pensieri di un uomo geniale, il quale nella sua breve vita seppe riflettere sul significato da dare all’esistenza e sulla condizione umana.
“Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi?”
Poeta, filosofo, scrittore, filologo e glottologo, Leopardi, intellettuale dalla cultura sterminata stimolata dallo studio continuo nella vasta biblioteca del padre Monaldo, non finisce mai di stupire e di incantare. Sì, perché la mente fervida di Giacomo elaborava, confinato suo malgrado nel sepolcro di Recanati, ricordiamo infatti che Leopardi riuscì a evadere dal “natio borgo selvaggio” solo alla fine del 1822, quando aveva passato da poco ventiquattro anni.
“Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai? Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancora non sei tu paga di riandare i sempiterni calli?”
Appare quindi un sogno ascoltare l’eterna melodia dei canti leopardiani qui raccolti, che comprendono All’Italia, Il passero solitario, L’infinito, La sera del dì di festa, Alla luna, La vita solitaria, A Silvia, Le ricordanze, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Il pensiero dominante, Amore e Morte e La ginestra o il fiore del deserto.
Dopo i racconti di Pirandello, Fabrizio Falco nato a Messina nel 1988, palermitano di adozione, vincitore del Premio Marcello Mastroianni alla LXIX Mostra del Cinema di Venezia 2012, una carriera in ascesa divisa tra cinema e teatro, in questo periodo impegnato sul palcoscenico in Lehman Trilogy di Luca Ronconi, interpreta l’intima essenza della poesia di Leopardi appresa nelle aule scolastiche e mai dimenticata. In tal modo viene restituito all’ascoltatore il mondo di Giacomo, l’esistenza di un uomo dalla sensibilità e intelligenza straordinarie che anelava a un altrove che forse non trovò mai.
“Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Pochi sanno che la poesia L’Infinito venne composta nel 1819 quando Giacomo aveva appena ventuno anni. Sicuramente uno dei ritratti più belli e veritieri dell’uomo Leopardi, che morì a Napoli solo poche settimane prima del suo trentanovesimo compleanno, lo ha lasciato Francesco De Sanctis tra i maggiori critici e storici della letteratura italiana del XIX Secolo:
“Leopardi produce l’effetto contrario a quello che si propone. Non crede al progresso, e te lo fa desiderare; non crede alla libertà e te la fa amare. Chiama illusioni l’amore, la gloria, la virtù, e te ne accede in petto un desiderio inesausto”.
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