Oriana in parole e immagini
- Autore: Oriana Fallaci
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2014
"Non ho bisogno di un biografo, né per me né per la mia famiglia. (...) Non permetterò mai, mai, mai una cosa del genere. Quella storia (...) appartiene a me, solo a me".
E difatti non è di una biografia che si tratta, ma di un grande, ricco e affascinante volume in cui Oriana vive attraverso le sue parole, i suoi libri e le sue fotografie: questo è "Oriana Fallaci in parole e immagini" (Rizzoli, 2014, pp. 319), a cura di Edoardo Perazzi.
Non si tratta, dunque, di un semplice libro in cui si ripercorrono le tappe salienti della vita della toscanaccia, ma piuttosto, partendo dalle stesse, ci si immerge nel cammino personale, umano e giornalistico della "signorina Snob", grazie alla riproduzione di documenti e immagini, alcuni assolutamente inediti. L’evoluzione di Oriana Donna, Giornalista e Scrittore è costellata di momenti intensi e fortemente introspettivi, raccolti in queste pagine in cui, dopo un meticoloso lavoro di ricerca e di approfondimento, si è riusciti a portare nero su bianco i ricordi tuttora vividi di quella che, prima ancora di essere La Fallaci, era Oriana.
Partendo dall’anno di nascita, il lontano 1929, si susseguono capitoli in cui, alle parole di Oriana Fallaci (appunti, riflessioni, stralci di articoli, diari, prose), si alternano numerose immagini e riproduzioni di foto degli oggetti cari alla giornalista. Oltre alle foto inedite di Oriana con la madre Tosca e il padre Edoardo, o con lo zio Bruno Fallaci, allora direttore di "Epoca" - una delle prime riviste con cui Oriana collaborò - troviamo molti primi piani di una Fallaci adolescente, divertente e divertita, vivace e dallo sguardo gioioso, seppur già a quei tempi severo e determinato.
Niente a che vedere, però, con quello che diventerà Oriana Fallaci nel corso degli anni, quando prima approderà all’"Europeo" ed il suo nome inizierà a circolare con le prime interviste ai grandi personaggi del jet set e di Hollywood, e poi diventerà una delle più famose giornaliste di fama internazionale grazie ai suoi reportage di guerra e ai suoi celebri e temutissimi incontri con le personalità più in vista della politica ("Intervista con la storia" e "Intervista con il potere").
La particolarità di questo lussuoso volume sta nella scelta originale di aver inserito materiale per la gran parte inedito: di notevole impatto la riproduzione dei fogli di appunti scritti dalla mano instancabile della Fallaci, appunti presi durante i viaggi in Vietnam, a Saigon come ad Hanoi, appunti e riflessioni raccolti durante il viaggio in New Mexico, nel 1965, in cui spuntano anche fotografie, fino ad oggi sconosciute al grande pubblico, di Oriana che tenta un sorridente approccio con gli Indiani d’America, o ancora ricordi inediti di Oriana nel corso del suo primo viaggio a Los Angeles, "prima tappa del mio viaggio dentro il futuro e me stessa", un viaggio in cui la realtà che la circonda sembra perfetta, troppo perfetta e statica per essere vera, patinata, finta:
"Tutti i prati che avevo visto in quei giorni, i prati lungo i viali, i prati lungo le autostrade, i prati dinanzi alle case, alle chiese, alle scuole, (...) erano dunque di plastica. Un immenso sudario di plastica, (...) una beffa".
Numerose le riproduzioni degli "strumenti del mestiere": a partire dagli accendini e dai registratori usati durante le interviste, con tanto di etichetta e un bel "FALLACI" scritto a mano in un acceso rosso fuoco, fino ad arrivare alle foto dei quaderni che Oriana utilizzava per le prime stesure dei suoi famosi libri, tra cui quella di "Lettera a un bambino mai nato", affidata ad un quadernino autografo datato "New York 1967" e molto diversa dal libro che tutti conosciamo oggi.
Altrettanto numerose le pagine dedicate alla riproduzione delle copertine dei libri di Oriana, tradotti in tutto il mondo, in tutte le lingue e che ebbero un successo quasi sempre di portata mondiale (particolare attenzione viene data alla riproduzione di alcune copertine estere di "Un uomo", considerato il romanzo capolavoro della Fallaci), senza escludere la riproduzione dei fogli su cui Alekos Panagulis - l’uomo forse più importante della vita di Oriana e con cui lei passò i più begli anni di amore e lotta politica - appuntava riflessioni e poesie durante il periodo della prigionia.
Ma l’elemento chiave che funge da filo conduttore e che abbraccia il racconto della vita della giornalista, è certamente quello fotografico: Oriana, che amava fotografare ed essere fotografa, conserva un gran numero di immagini che ora, con l’aiuto ed il permesso di suo nipote Edoardo, è stato possibile recuperare e "regalare" al grande pubblico dei lettori. Oriana che intervista Monica Vitti, Oriana che discute con Hitchcock, Oriana che scherza con Federico Fellini mentre lui la solleva da terra e la prende in braccio, Oriana che a Milano presenta il suo libro "Penelope alla guerra" e autografa le copie dei lettori, Oriana che insieme a Jim Lovell, uomo di punta della missione Apollo XIII, si gode divertita il Palio dell’Assunta a Siena. Oriana in pubblico, Oriana in privato, Oriana con Alekos Panagulis, Oriana con Khomeini, Gheddafi, Golda Meir, Indira Ghandi, Oriana in guerra, Oriana nel suo appartamento newyorkese. Oriana agguerrita, grintosa, caparbia, tenace. Sempre.
"Ogni aspetto del suo privato finisce su pagina, non per soddisfare un pubblico di curiosi, ma per incidere sul reale attraverso il lavoro della scrittura".
Questa era Oriana Fallaci, la tigre del giornalismo che non ha mai fatto sconti a nessuno, che ha sempre vissuto coraggiosamente e ha affrontato in prima linea qualsiasi emozione: che fosse di paura, di gioia, di dolore, di rabbia, poco importa. Fu, certamente, la giornalista, la scrittrice e soprattutto la Donna, che visse più intensamente questo secolo buio, luminoso, semplice e complesso che è stato il Novecento.
Con molti scatti, numerose testimonianze, i ricordi che riemergono dalle parole di Oriana stessa, Rizzoli ha realizzato un capolavoro che, ad otto anni dalla morte, ora più che mai, rende omaggio alla grande giornalista del XX secolo.
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Per il sig. Perazzi...dico solo tre cose:
- ogni anno quando vado sul Maro Rosso rileggo "Un Uomo"
- in camera ho il poster di Panagulis
- chiedo che faccia celebrare le SS. Messe "gregoriane" per la zia Oriana e per Alekos P..
Mille grazie.
Cristina