Per legge superiore
- Autore: Giorgio Fontana
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2011
Confesso: non conoscevo Giorgio Fontana, milanese, classe 1981, ma questo libro me lo ha mostrato come un giovane scrittore molto maturo, capace di descrivere il suo protagonista, il magistrato ultrasessantenne Roberto Doni, con una rara e profonda conoscenza della psicologia di un misurato e coscienzioso servitore dello Stato, posto di fronte ad un terribile dilemma, quasi alla conclusione della sua specchiata carriera.
Doni è sostituto procuratore al Palazzo di Giustizia di Milano; è sposato con Claudia, sua coetanea, donna in carriera ma musicista per passione mentre la figlia Elisa, ricercatrice di Fisica, è fuggita negli Stati Uniti, dove ha vinto una borsa di studio in una sperduta università dell’Indiana. La solida coppia borghese, moderatamente progressista, ascolta buona musica, mangia cibi raffinati, incontra pochi selezionati amici, abita una casa bella e confortevole al centro di Milano. Doni spera in una promozione che gli conceda una fine carriera di onori e che lo allontani dalla grande città che ad entrambi i coniugi sembra essere diventata non troppo piacevole.
Questa tranquilla routine viene interrotta da un’email e poi dalla irruzione nel suo ufficio e nella sua vita della giovane giornalista freelance Elena Vincenzi, che si è fatta paladina di un giovane tunisino, accusato di tentato omicidio ai danni di una ragazza che è rimasta paralizzata durante una sparatoria. Elena è convinta che Khaled, rinchiuso in carcere, sia innocente anche se non ne ha le prove. La donna costringe il giudice recalcitrante a prendere in considerazione l’ipotesi che egli sia davvero vittima di un gioco più grande di lui e dunque a intervenire su di un processo il cui esito è già scontato.
Elena è una giovane idealista e risveglia lentamente nel magistrato i sentimenti di vera giustizia che ne avevano condizionato l’inizio in magistratura. La morte del giovane collega Colnaghi, ucciso dalle Brigate Rosse, la morte di Borsellino, per il quale aveva scritto un articolo in difesa del suo eroismo, il colloquio con il suo vecchio professore, maestro di diritto, il pensiero della figlia lontana e forse persa per la propria mancanza di vero coraggio civile, spingono il magistrato verso un finale che il romanzo non ci dice, ma che possiamo immaginare.
Raramente un tema etico di rilevante importanza politica e civile è stato trattato così diffusamente in un pur breve romanzo. La sofferenza di Doni, il suo lento e progressivo distacco dalle sicurezze della vita che si era costruito, l’incontro con una città diversa, sconosciuta, miserabile, pericolosa, ma altrettanto pulsante e viva, l’incontro con la carica di entusiasmo di Elena, il suo affrontare l’esistenza pagandone prezzi davvero cari, la solidarietà verso un mondo di immigrati sconosciuti, costituiscono per il protagonista di questo insolito racconto una sfida morale alla quale non può restare indifferente.
La Milano raccontata da Fontana è una città sconosciuta: il Palazzo di Giustizia con i chiodi che ne tengono fermi i marmi è la metafora di una giustizia che si tiene in piedi su principi non sempre eticamente corretti; il contrasto tra i quartieri altoborghesi e la periferia più degradata offrono uno spaccato delle contraddizioni della società odierna che raramente la narrativa contemporanea è in grado di descrivere.
In momenti di crisi quali quelli che stiamo vivendo, compito della letteratura è interrogarsi su cosa sia giusto e cosa no: questo libro lo fa, con efficacia e forza morale.
- Sellerio, 2011
Per legge superiore
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