Senilità
- Autore: Italo Svevo
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
Senilità è un capolavoro di Italo Svevo che non ebbe fortuna. Uscì per "L’Indipendente" e poi l’autore lo fece uscire a proprie spese, nel 1899. Solo nel 1927, grazie a Eugenio Montale, il libro ebbe clamore grazie al successo de La coscienza di Zeno.
L’inettitudine degli uomini, le loro sconfitte, le umiliazioni: tutto è vano a questo mondo e nonostante ciò abbiamo desideri, gelosie, rimpianti. La visione del mondo di Svevo è attraversata in modo serrato dalla filosofia di Schopenhauer, soprattutto in questo romanzo, che alcuni recensori dicono autobiografico, ma che anche se non lo fosse nulla toglierebbe a un romanzo con una scrittura cristallina, agile, a tratti aforistica.
Emilio Brentani, il protagonista del libro, è un impiegato che non ha ambizioni, si accontenta della sua vita che divide con la sorella Amalia che gli fa da balia, gli stira gli abiti da lavoro, cucina e accetta di buon grado in casa i pochissimi amici di Emilio.
Tutto cambia quando conosce la vitale Angiolina, una sorta di Madame Bovary senza rimpianti, una che si gode la vita e patisce la pigrizia di Emilio, ma ha bisogno di una rispettabilità borghese dopo la sua vita dissoluta. Accetta di sposare l’uomo e vivono in tre; Amalia disprezza Angiolina, ma riconosce che in casa è arrivata una ventata di freschezza, di brio.
Il terzetto vive bene per poco tempo, poi entra nella storia l’amico Stefano Balli, il pittore amico di Emilio, donnaiolo ed esuberante.
Anche Amalia è innamorata del bel pittore, ma chiaramente è timida, introversa, non conosce le arti seduttive; Angiolina al contrario sa tutto, si butta a capofitto in questa storia e in altre e altre ancora.
Emilio è esasperato ma è un inetto, non prende decisioni. Lo fa Amalia, che si uccide, vilipesa e respinta.
A quel punto Angiolina va via, addirittura si mette con un cassiere di una banca svizzera.
Emilio rimane nella solitudine più assoluta, ancora innamorato della moglie e devastato dal suicidio dell’amatissima sorella.
La scrittura di Italo Svevo è memorabile, Emilio si analizza spietatamente e ci lascia le confessioni di un uomo profondo pigro nell’anima. Non ci sono redenzioni in questo mondo, per Svevo, senza Dio e senza conforti di nessun tipo.
Senilità
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