Il compagno Don Camillo
- Autore: Giovannino Guareschi
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
Come lo vedete un sacerdote che vuole visitare la santa madre Russia?
Al giorno d’oggi non farebbe tanto scalpore, ma vi posso assicurare che negli anni del dopoguerra la cosa non sarebbe certo passata inosservata. E infatti, nonostante documenti falsi e tutte le precauzioni possibili, Don Camillo viene “pizzicato” poco prima di tornare in Italia.
Ma andiamo con ordine.
Don Camillo e Peppone sono ai ferri corti, come sempre. Sono amici, anche se a modo loro. Hanno fatto la guerra insieme, sono scampati a pericoli e hanno sofferto la fame, quella vera, quella che ti fa sembrare un piatto da gourmet persino un po’ di pane raffermo. Peppone ama la santa madre Russia, Don Camillo la vede come l’inferno in terra.
Chi ha ragione? Non è facile mettere pace tra quei due: le parole volano, insieme alle sberle, e ogni volta si torna al punto di partenza.
Che fare, dunque? Semplice: si porta Don Camillo in Russia. Detta così sembra una cosa semplice, in realtà le complicazioni ci saranno, e parecchie. Don Camillo, però, non è certo il tipo che si arrenderà di fronte a un cambio d’abito o un timbro.
La cosa più bella? Il fatto che Don Camillo tornerà cambiato, certe sue visioni muteranno prepotentemente. Ma ciò che stupirà di più è che anche per Peppone le cose appariranno sotto una nuova ottica.
“Il Compagno Don Camillo” (Rizzoli, 1972, pp. 223, copertina a cura dell’autore) di Giovannino Guareschi è un libro che vi riporterà in un’Italia che abbiamo dimenticato, valori e persone che sembrano davvero uscire da un libro, quando in realtà le abbiamo ignorate per rimpiazzarle con noi stessi, ritrovandoci in una realtà che non amiamo, rimpiangendo quella che abbiamo sbattuto via. Un libro per ricordare, e per ritrovare noi stessi.
Il compagno don Camillo
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Trascurato dalla scuola( poche antologie riportano racconti o romanzi di Guareschi), ma amatissimo dal cinema, l’autore ha creato due personaggi eterni, figli di un’Italia che non c’è più. Era la fine della guerra, era la ricostruzione, le ideologie erano più nette, ma- e qui mi permetto di dissentire dalla recensione-era anche un’epoca bigotta, chiusa, conservatrice. I valori propugnati da don Camillo e Peppone se li guardiamo bene rispecchiano il modello monolitico di un periodo storico legato alla mancanza di dialogo tra Est e Ovest, al predominio della Chiesa anche nelle scelte private dei cittadini e dall’altra parte ad un partito estremamente rigido.
Guareschi d’altro canto ha scritto altre opere in cui viene fuori la sua anima apparentemente ingenua ed è lì- a mio giudizio- che viene fuori la sua vena più autentica.
Trascurato dalla scuola( poche antologie riportano racconti o romanzi di Guareschi), ma amatissimo dal cinema, l’autore ha creato due personaggi eterni, figli di un’Italia che non c’è più. Era la fine della guerra, era la ricostruzione, le ideologie erano più nette, ma- e qui mi permetto di dissentire dalla recensione-era anche un’epoca bigotta, chiusa, conservatrice. I valori propugnati da don Camillo e Peppone se li guardiamo bene rispecchiano il modello monolitico di un periodo storico legato alla mancanza di dialogo tra Est e Ovest, al predominio della Chiesa anche nelle scelte private dei cittadini e dall’altra parte ad un partito estremamente rigido.
Guareschi d’altro canto ha scritto altre opere in cui viene fuori la sua anima apparentemente ingenua ed è lì- a mio giudizio- che viene fuori la sua vena più autentica.