Poesie di Anne, Charlotte, Emily Brontë

Le bellissime Poesie delle sorelle Brontë, edite da Mondadori nella traduzione di Anna Luisa Zazo, sono state analizzate nella rubrica Approfondimenti, tuttavia vorrei dare il mio contributo sulle affinità e le differenze tra le tre sorelle scrittrici.

Una felice scoperta è stata Anne, la più mite delle Brontë, surclassata da Emily e soprattutto da Charlotte che cercò di limitare l’estro creativo della sorella.
Le poesie appartengono al ciclo di Angria e a un periodo giovanile in cui Anne mostra la sua vena garbata e preziosa.
I suoi componimenti hanno per protagoniste figure femminili evanescenti che fanno pensare alla sua contemporanea Christina Rossetti che amano o sono prigioniere, di principi che non riescono a salvarlo da loro stesse ma le lasciano prigioniere delle loro limitazioni.
Non c’è un lieto fine nelle ballate e nelle romanze e questo è tipico di certi modelli romantici, ma compare l’idea di dolore, di sofferenza e di una sorta di ansia di elevazione spirituale.
Anne fu la più consapevole della natura divina dell’amore e molte sono le poesie dedicate a Dio come liberatore delle anime che sono legate a Lui da vincoli morali.

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Charlotte, la sorella maggiore, d’altro canto è quella che ha la capacità visionaria più potente e tuttavia quella più legata alla realtà. Il poemetto Gilbert è una storia prima di una poesia di un uomo che tende all’assoluto senza però la pretesa di raggiungerlo.
La primogenita delle sorelle Bronte è molto moralista e trasfonde la sua esperienza di insegnante anche nella letteratura con Il lamento dell’insegnante, narrazione di un professore e del suo rapporto con un allievo che non appare desideroso di imparare. E intorno l’idea di luoghi chiusi, di inverni urticanti per il freddo e di fanciulle pallide ma decise. Mai Charlotte dimentica di essere una creatura terrena.

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Infine, Emily fu quella che ebbe maggiore il senso di una natura soprannaturale connotata dal gelo e dalla morte. La presenza della casa natale, della brughiera, del senso di soffocamento rende le sue poesie un inno alla liberazione e tuttavia qualcosa trattiene la poetessa sulla terra. Chi sta per morire vede con occhi luminosi la vita e non si rassegna al Nulla, perché Emily sembra non credere in un’altra vita.
Una caratteristica peculiare della sua poesia è il riferimento alle notti lunari come se la luna fosse generatrice di una vita più vera.

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E l’amore? Solo Charlotte lo conobbe - ma tutte e tre sembrano considerarlo impossibile da raggiungere o addirittura miracoloso. La figura maschile nella scrittura di Emily è vicina a un senso di prigionia, come se lei non concepisse un amore terreno che non fosse legato alla morte; lo dimostra anche il suo romanzo Cime tempestose.

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In conclusione le Poesie hanno riunito le tre sorelle Brontë, ma ognuna ha conservato la propria unicità.